Ecco come comincia il mio anno.
Con il dolore. Stavolta non è la spalla, è la schiena. Sciatica? Periatrite? Sfiga? Vecchiaia anticipata?
Non lo so, so solo che mi sento di nuovo come se mi stessero facendo a pezzi con un'ascia, cammino piegata in due, strisciando i piedi per non urlare dal male.
Urge, stavolta urge proprio, appena sono in condizioni di muovermi, la visita da un'osteopata.
Magari mi saprà dire che cazzo mi sta succedendo, perchè il mio corpo sembra diventato una vergine di Norimberga.
Ho anche paura.
Ne ho avuto anche prima, certo, ma ora di più. A fine mese ci imbarchiamo nel nostro forse ultimo tentativo...non perchè io voglia rinunciare a provarci, ma perchè se va come le altre volte, se anche questa volta finisce che le mie ovaie vanno in merda...allora dovrò veramente guardare in faccia l'ovodonazione, e il fatto che costa davvero tanto.
Lasciamo perdere la faccia dell'unica amica a cui ne ho parlato. Sembrava dovesse vomitare.
"Ma come...allora avresti un figlio...che sarebbe figlio del Filosofo...e di...un'altra!!!"
Ma che cazzo.
Se pensavo che parlare di PMA mi facesse sentire un'aliena...non avevo ancora provato a parlare di donazione. Fanculo.
Insomma...ci proveremo...forse...non si sa ancora, dopotutto.
Questo tentativo lo faccio con così poca speranza che mi domando se abbia senso farlo.
Forse ho troppa paura dell'ennesima dolorosa delusione.
Nel frattempo, i giorni scorrono in caduta libera, è passata già una settimana dal funerale.
Abbiamo passato la vigilia e il giorno di natale a correre per agenzie mortuarie e a cercare un cazzo di prete che non rompesse le palle per muoversi a natale.
Ah, la carità cristiana, ah, l'abito talare.
"Ah...ma il funerale sarebbe di venerdì mattina? Mmmm...perchè io finisco tardi la messa giovedì sera".
"ah, sì sì io sono disponibile...poi parliamo dell'offerta..."
Bah. Non fosse che lui si era convertito negli ultimi mesi, avremmo evitato questa ignobile farsa.
Ma ora è finita.
Ho visto mio suocero, il suo corpo, quando ancora era lì nel letto, come pochi minuti prima, quando dormiva.
Sono stata nella stanza per ore, con mia suocera, a parlare e a guardare perchè lei ne aveva bisogno, per risparmiare a mio marito questo ruolo che non avrebbe retto.
Poi è venuta la camera ardente, e lì avrei voluto non entrare nemmeno io.
Quella specie di bambola di cera truccata e vestita a festa non era mio suocero. Era una brutta copia sua, era una specie di grottesca riproduzione.
Ma, di nuovo, era da fare. Era dovere.
Al funerale, le immancabili comari hanno osservato e commentato come ero vestita, pettinata, agghindata.
La mattina del funerale il Filosofo mi guardava e diceva: non preoccuparti, non devi per forza vestire così elegante.
Ma io lo sapevo.
Sapevo che avrebbero guardato tutto. Sapevo che sarebbero andate da mia suocera a dare il loro giudizio.
Hanno avuto quel che volevano, i capelli raccolti con il nastro nero, il tubino nero, piccoli orecchini preziosi e le mie composte risposte alle loro fottute domande.
Il funerale è stato una specie di orrenda passerella.
"QUello è il figlio! E la moglie! E quella vicina? La figlia. No no, la nuora è la nuora!"
I miei genitori, nascosti nella folla, ascoltavano.
Mi hanno poi raccontato i commenti altrui.
Oh sì, brava la nuora così vicina alla suocera.
Oh guarda, sono pettinate uguale, che brave.
Oh, ma il figlio, il figlio, è uguale al padre, uguale al padre al padre al padre.
Oh, ma non fa la comunione, lei? E lui? E la vedova? Oh sì la vedova va. Che robe, che cose, non vanno, non fanno!!!
E poi Filosofo hanno gridato in faccia "sei uguale a tuo padre a tuo padre a tuo padre!!!" "ODDIOOOOO come assomigli a tuo padre sei uguale sei uguale sei uguale", a lui che voleva solo non pensare, quel giorno.
Siamo arrivati a casa stanchi di una stanchezza lunga da passare.
E ora passano i giorni e noi non sappiamo ancora bene come stiamo.
O forse solo io lo so. Io so che mi manca, e che mi sembra che la vita mia e del Filosofo sia cambiata in modo impercettibile ed enorme.
E io so che ho paura del nuovo tentativo, ho paura di non avere energia a sufficienza, e ho paura di non farcela a essere la moglie di cui il Filosofo ha bisogno.
Mi sembra di essere sempre stanca. Sempre.